Il mio blog di filosofia

Quando sentono la parola “filosofia”, molti hanno il sospetto che si tratti solo di una serie di ragionamenti astrusi, espressi in un linguaggio indecifrabile e soprattutto privi di qualsiasi rapporto con il mondo e con la vita reale. È difficile dare torto a chi nutre quest’opinione della filosofia se si pensa a certi testi, verbosi e aridi, che gli specialisti compongono per i soli specialisti, e da cui il lettore ordinario si tiene comprensibilmente alla larga. La filosofia, che dovrebbe parlare a tutti, finisce così per diventare prerogativa di una corporazione, di un ceto esclusivo di addetti ai lavori, e rinuncia a quella che secondo il mio modo di vedere è la sua missione: mettere l’uomo nella condizione di guardare dentro di sé e di formulare in termini generali, tali che anche un altro possa riconoscervisi, i pensieri e gli interrogativi che sono suscitati dalle più diverse esperienze di vita.

Ogni contenuto della nostra coscienza, infatti, per frammentario e fugace che sia, ogni nostro vissuto, se considerato dall’angolazione giusta, può offrire stimoli impensati alla riflessione del “filosofo” che ciascuno porta dentro di sé; sebbene nella maggior parte dei casi questa naturale disposizione filosofica resti silenziosa e improduttiva per mancanza di attitudine critica e di preparazione specifica.

I testi che presento su questo sito vogliono essere un contributo a risvegliare nel lettore la naturale disposizione a riflettere criticamente sulle proprie esperienze e a ricavarne assunti o interrogativi di ordine generale, appunto filosofico; vogliono essere un tentativo di mostrare che fare filosofia non significa parlare solo a pochi ma a molti, anzi in linea di principio a tutti, poiché a tutti appartengono le esperienze da cui la riflessione filosofica trae ispirazione.

Ritengo perciò che si possa scrivere di filosofia in modo del tutto diverso da quello oggi corrente. Occorre volgere le spalle alla filosofia fatta di parole che sovente sono solo neologismi e formule dal valore concettuale imprecisato, per aprirsi a una filosofia fatta di cose, ossia a un’analisi obbiettiva dell’esperienza vissuta, esposta per quanto possibile con la semplicità e naturalezza del linguaggio comune. È un compito arduo, poiché si tratta di congiungere armoniosamente due esigenze in conflitto fra loro: la divulgazione di questioni che toccano nel profondo ogni essere umano e, dall’altro lato, il loro approfondimento analitico e critico, che si suppone rivolto a una più ristretta platea di intenditori. Vale tuttavia la pena provare a perseguire questo difficile compito di armonizzazione, perdendo di vista il quale la filosofia assume un tono di distinzione, gonfia il petto e decade a caricatura di se stessa.

Se sono riuscito nel mio intento ― che è anche quello di riabilitare agli occhi di un più vasto pubblico lo schietto discorso filosofico ―, sarà il lettore a dirlo. A lui porgo intanto un caloroso benvenuto sul mio sito.